Dieta riducendo il cibo? Sì, ma con criterio

Dieta riducendo il cibo? Sì, ma con criterio

Quando si parla di dieta, molte persone immaginano privazioni severe e lunghi periodi senza cibo. Tuttavia, fare una dieta non significa affatto smettere di mangiare. Anzi, per dimagrire e mantenere una salute ottimale è fondamentale seguire un regime alimentare equilibrato e sostenibile. L’obiettivo di una dieta dovrebbe essere quello di migliorare le abitudini alimentari, favorire la perdita di peso in modo sano e mantenere un adeguato livello di nutrienti, non certo quello di lasciare a bocca asciutta una persona, con tutte le conseguenze del caso. Uno dei miti più diffusi riguardo alle diete è che bisogna mangiare il meno possibile. Questo approccio può portare a diversi problemi di salute, tra cui carenze nutrizionali, perdita di massa muscolare, stanchezza cronica e una riduzione del metabolismo basale. Ci sono delle diete che, rispetto ad altre, sono più restrittive, ma in cui certamente il cibo non viene eliminato completamente, anche perché a prescriverla e seguire passo dopo passo la persona ci penserà uno specialista del settore.

Differenza tra dieta e digiuno

Innanzitutto è importante capire cosa fa distinguere il digiuno dalla dieta: questi termini spesso vengono utilizzati in modo intercambiabile, anche se hanno significati e approcci molto diversi.  Capire la differenza tra digiuno e dieta è fondamentale per scegliere il metodo più adatto alle proprie esigenze e per evitare errori che potrebbero compromettere la salute. Il termine “dieta” si riferisce a un regime alimentare specifico che una persona segue per raggiungere un obiettivo particolare, che può essere la perdita di peso, il miglioramento della salute generale o il trattamento di una condizione medica. Esistono diverse tipologie di diete, ognuna con le proprie caratteristiche e linee guida alimentari: diete ipocaloriche, diete a basso contenuto di carboidrati, diete vegetariane e vegane, ecc…

Il digiuno invece è la pratica di astenersi dal cibo per un determinato periodo di tempo. A differenza della dieta, che riguarda cosa e quanto mangiare, il digiuno riguarda quando mangiare. Tra i vari esistenti viene citato il digiuno intermittente, anche se rispetto ad altri tipi non è interessato dalla privazione completa del cibo per lunghi periodi come accade nel digiuno completo (astensione totale dal cibo per 24 ore o più, con il solo consumo di acqua), nella dieta parziale (restrizione di determinati alimenti o gruppi alimentari per un periodo di tempo specifico) o nel digiuno prolungato (che si estende da diversi giorni a settimane). Condizioni estreme per il corpo umano, nonostante possa resistere senza cibo anche per tre settimane (tre invece i giorni senza bere), che possono portare al danneggiamento dell’organismo.

Come funziona il digiuno intermittente

Il digiuno intermittente non ha niente a che vedere con tutto questo perché si focalizza sull’alternanza tra periodi di digiuno e periodi di alimentazione, dando importanza al timing dell’assunzione di cibo piuttosto che alla sua eliminazione completa. Ci sono vari modi in cui il digiuno intermittente può essere strutturato, anche se il più noto è il digiuno intermittente 16:8 che prevede 16 ore di digiuno e una finestra di 8 ore in cui si può mangiare. Una condizione sopportabile per il corpo umano, anche se si tratta di un digiuno effettuabile solo ed esclusivamente sotto la supervisione di un esperto. Se seguito correttamente, il digiuno intermittente aiuterà a perdere peso, a migliorare la sensibilità all’insulina e gli indicatori di salute metabolica come i livelli di colesterolo e trigliceridi e altri benefici.

L’importante è, prima di cimentarsi in una dieta con digiuno intermittente, consultare un medico o un nutrizionistaper valutare insieme le proprie esigenze e condizioni di salute. Dopodiché, mentre si segue questo regime alimentare, non saltare i pasti principali e garantire un apporto nutrizionale adeguato durante la finestra di alimentazione. Nelle ore in cui si mangia, è essenziale scegliere alimenti ricchi di nutrienti, come frutta, verdura, proteine magre e cereali integrali, per mantenere l’energia e la salute generale. Evitare poi gli eccessi, non utilizzando il digiuno intermittente come scusa per abbuffarsi durante le ore di alimentazione: moderazione ed equilibrio sono fondamentali. Infine, ascoltare il proprio corpo perché ogni persona è diversa, e ciò che funziona per uno potrebbe non funzionare per un altro. Prestare attenzione ai segnali e adattare il regime di digiuno di conseguenza, dopo aver sentito il parere dell’esperto che vi segue.

Una dieta a tutti gli effetti

Il digiuno intermittente, per quanto il nome possa trarre in confusione, è una dieta a tutti gli effetti, perché aiuta a ridurre l’apporto calorico complessivo, un principio fondamentale di molte diete per la perdita di peso. Durante i periodi di digiuno, si consuma meno cibo, il che porta a un deficit calorico, necessario per la perdita di massa corporea. Inoltre modifica le abitudini alimentari, come qualunque altra dieta, comportando una pianificazione dei pasti e la necessità di adattarsi a nuovi schemi di alimentazione. Si traggono dei benefici da questo regime alimentare, simili a quelli ottenuti con altre diete, come illustrato pocanzi. Il digiuno intermittente, inoltre, non solo favorisce la perdita di peso iniziale, ma può anche essere una strategia efficace per il mantenimento del peso a lungo termine. Questo è un obiettivo comune in molte diete, che cercano non solo di ridurre il peso corporeo, ma anche di mantenerlo nel tempo.

 

Redazione Benessere

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