Che cos’è il vaiolo delle scimmie (e perché non dovremmo chiamarlo così)
Il vaiolo delle scimmie, noto anche come “monkeypox”, è una malattia virale rara causata dal virus del vaiolo delle scimmie, un membro della famiglia dei Poxviridae. Scoperto per la prima volta nel 1958 nelle scimmie da laboratorio, da cui deriva il nome, il virus è endemico in alcune regioni dell’Africa centrale e occidentale. È una zoonosi, ovvero una malattia che può essere trasmessa dagli animali all’uomo.
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Perché è sbagliato chiamarlo “Vaiolo delle Scimmie”
Il termine “vaiolo delle scimmie” è fuorviante per diverse ragioni. Prima di tutto, sebbene il virus sia stato scoperto in scimmie da laboratorio, il principale serbatoio animale del virus non sono le scimmie, ma piuttosto roditori e piccoli mammiferi che vivono in Africa. Pertanto, il nome potrebbe indurre a credere erroneamente che le scimmie siano la fonte principale del virus, quando in realtà sono semplicemente una delle specie suscettibili all’infezione.
Inoltre, il termine può contribuire a stigmatizzare le scimmie e altri primati, inducendo paure infondate che possano essere veicoli primari della malattia. Questo è problematico non solo dal punto di vista scientifico, ma anche da quello etico, poiché può influenzare negativamente la percezione delle persone nei confronti di questi animali e portare a comportamenti dannosi nei loro confronti.
Per evitare confusione e ridurre lo stigma, alcune organizzazioni internazionali stanno promuovendo l’uso di termini alternativi come “virus MPXV” o “MPX” per riferirsi alla malattia.
Come si trasmette il virus
Il vaiolo delle scimmie si trasmette all’uomo principalmente attraverso il contatto diretto con sangue, fluidi corporei, o lesioni cutanee di animali infetti. Gli esseri umani possono contrarre il virus anche consumando carne di animali selvatici infetti che non è stata cotta adeguatamente. Una volta che il virus è passato dagli animali agli esseri umani, può diffondersi da persona a persona tramite:
- Contatto Diretto: Il contatto con le lesioni cutanee o le croste di una persona infetta è una delle vie più comuni di trasmissione.
- Goccioline Respiratorie: La trasmissione può avvenire attraverso goccioline respiratorie, ma solo durante contatti prolungati faccia a faccia.
- Oggetti Contaminati: Il contatto con oggetti come lenzuola, vestiti, o superfici contaminate dal virus può anche portare alla trasmissione.
L’infezione può verificarsi anche attraverso contatto diretto con materiali contaminati, come vestiti o letti, e goccioline respiratorie. Tuttavia, la trasmissione da persona a persona è relativamente rara rispetto ad altre malattie virali e richiede solitamente un contatto stretto.
Sintomi e decorso della malattia
Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è di solito tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. I primi sintomi includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, linfonodi ingrossati e una sensazione generale di malessere. Dopo alcuni giorni dall’insorgenza della febbre, compare un’eruzione cutanea che progredisce in vescicole, pustole e infine croste. L’eruzione inizia spesso sul viso e poi si diffonde al resto del corpo, inclusi palmi delle mani e piante dei piedi.
La malattia tende a essere autolimitante e dura generalmente 2-4 settimane. Tuttavia, in alcuni casi, soprattutto nei bambini piccoli o in persone con un sistema immunitario compromesso, può causare gravi complicazioni e, raramente, può essere fatale.
Come si cura il vaiolo delle scimmie
Attualmente non esistono trattamenti specifici approvati per il vaiolo delle scimmie, ma la malattia è generalmente autolimitante. I pazienti vengono trattati sintomaticamente per alleviare i sintomi. Per le infezioni più gravi, può essere utilizzato il tecovirimat, un antivirale inizialmente sviluppato per trattare il vaiolo, che ha mostrato efficacia contro i poxvirus in studi preclinici.
Inoltre, la vaccinazione contro il vaiolo umano è risultata efficace anche contro il vaiolo delle scimmie, con un’efficacia stimata intorno all’85%. Le persone vaccinate contro il vaiolo prima che la malattia fosse eradicata hanno probabilmente una certa protezione contro il vaiolo delle scimmie. Tuttavia, poiché la vaccinazione contro il vaiolo è stata interrotta negli anni ’80, le generazioni più giovani sono generalmente più vulnerabili.
Quali sono i pericoli
Il vaiolo delle scimmie, sebbene generalmente meno grave del vaiolo umano, può rappresentare un rischio significativo per la salute pubblica, specialmente nelle regioni dove è endemico. Le principali preoccupazioni includono:
- Complicazioni Gravi: Sebbene la maggior parte dei casi sia lieve, la malattia può causare gravi complicazioni come infezioni batteriche secondarie, setticemia, encefalite e, in alcuni casi, può essere fatale, soprattutto nei pazienti immunocompromessi o nei bambini piccoli.
- Espansione Geografica: Negli ultimi anni, ci sono stati casi di vaiolo delle scimmie al di fuori delle aree endemiche in Africa, inclusi focolai in Europa e negli Stati Uniti. Questo solleva preoccupazioni riguardo alla potenziale diffusione della malattia in aree dove la popolazione non ha immunità preesistente.
- Stigma e Disinformazione: Come con molte altre malattie, c’è il rischio di stigmatizzazione e disinformazione, specialmente se il virus continua a diffondersi al di fuori delle regioni endemiche. È importante che le informazioni sul vaiolo delle scimmie siano comunicate in modo accurato per evitare il panico e l’emarginazione di individui o gruppi.
- Impatto Sui Sistemi Sanitari: Nei paesi in cui il vaiolo delle scimmie è endemico, l’aumento dei casi può mettere a dura prova i sistemi sanitari, già spesso fragili. Inoltre, la comparsa di casi in paesi non endemici richiede una rapida risposta per evitare la diffusione del virus.
Il vaiolo delle scimmie è una malattia virale rara ma significativa, che richiede attenzione per prevenire la diffusione e gestire i casi in modo efficace. Sebbene il termine “vaiolo delle scimmie” sia storicamente radicato, è importante riconoscere la sua inadeguatezza e promuovere una terminologia più accurata per ridurre lo stigma associato.
La prevenzione rimane il metodo più efficace per limitare l’impatto del virus, attraverso una corretta informazione, l’adozione di misure igieniche e, dove disponibile, la vaccinazione. Con una comprensione approfondita dei rischi e delle misure preventive, è possibile controllare la diffusione del virus e proteggere la salute pubblica.

