Disturbo bipolare: una mente tra spine e colore

L’essere umano è un individuo particolarmente complesso. Se dal punto di vista fisiologico può sembrare più comprensibile da esaminare ed esplorare, dal punto di vista della psiche invece si può trovare una chiave di lettura nella mente che rimane un mondo ambivalente di sensazioni, emozioni e pensieri difficili da ricercare. Un mondo ricco di punti di domanda ai quali si cerca di dare una risposta. La conoscenza di sé, appropriarsi delle proprie capacità e limiti è un ottimo punto di partenza. A volte ci si smarrisce, si perde il controllo, la mente va in confusione, non si riesce più a distinguere la realtà, sentendosi invincibili e potenti, con convinzioni proprie dove vige l’ottimismo in fase acuta maniacale e il dolore, sensi di colpa, impotenza, tristezza, sofferenza, nell’altro polo della depressione. Il dolore più grande in entrambi i casi oltre alla sofferenza che prova il paziente è il dover sopportare impotente, vedere soffrire chi si ama. In questi momenti si è fragili e deboli. L’amore, la preghiera e l’aiuto degli specialisti e delle persone care possono e devono essere la carta vincente per risalire e ritrovare l’equilibrio e la serenità.
Non è mai facile, anzi tutt’altro faticoso e complicato. E’ come pitturare delle tele bianche con colori vivaci, con sfumature dove il colore nero scompare in momenti di ottimismo .La carta vincente però è non dimenticarsi nelle fasi colorate che il nero, le ombre, l’oscurità esistono e fanno parte della vita perciò è importante non escludere completamente il nero ma riconoscere l’esperienza vissuta e accogliere la condizione momentanea. Il segreto è tutto lì… trovare il piacere dello star bene assaporando la tranquillità e la serenità. In una vita caratterizzata da delusioni continue e un continuo star male diventa questa la conoscenza sperimentata che fa parte del paziente. Emozioni negativi, sofferenza, dolori, possono far assumere un atteggiamento pessimistico, in un continuo rimuginare e sensi di colpa. Questo tipo di approccio alla vita interiorizzato, dà spazio con difficoltà alla nuova realtà dello stare bene.
E’ una nuova dimensione che viene apprezzata tantissimo una volta scoperta ma difficile da mantenere nel tempo come stato e condizione di salute migliore.” Star bene” sono due parole vicine e belle e se pur semplici da pronunciare per persone che vivono senza particolari malattie, non dimentichiamoci invece quanto risulta faticoso, tortuoso e duro raggiungere questo stato nei soggetti più fragili.
Il disturbo bipolare di cui vi parlo è una malattia psichica, un disturbo che può avere varie radici come :il contesto familiare, ambientale, può nascere da una esperienza traumatica e può colpire ognuno di noi. Nei primi anni della malattia ci si può sentire soli e abbandonati perché non si capisce quello che si ha, con il tempo si inizia a vedere i primi specialisti e non è sempre chiara da subito la diagnosi per via delle crisi perché la fase depressiva deve avere seguito di almeno un episodio maniacale per accertare il disturbo bipolare. I medici diventano dei punti di riferimento molto importanti. Un passo decisivo diventerà l’accettazione costante dei momenti di difficoltà della malattia.
E’ una malattia cronica L’spetto farmacologico è un sostegno fondamentale per iniziare questo lungo cammino che deve essere costante anche se doloroso. La non costanza dei farmaci può provocare delle conseguenze, che portano ad un regredire della malattia, stando molto male, fino ad arrivare al ricovero in ospedale. Il supporto psicoterapeutico è importante tanto quanto l’aspetto farmacologico, nel quale durante il percorso si imparano strategie e si scoprono i propri punti di forza per affrontare i momenti più intensi. Per raggiungere un’ equilibrio si percorre tra la mente emotiva e la mente razionale e arrivare ad uno stato di mente saggia per migliorare lo stato di salute. L’alterazione del sonno, i cambiamenti d’abitudini, il rimuginare sono campanelli d’allarme che influenzano l’andamento della malattia. Il pregiudizio della società è altissimo. Il malato psichiatrico è considerato anche dai mass media un soggetto pericoloso e inaffidabile. Giornali e telegiornali propongono storie al limite non parlando mai di pazienti seguiti dai servizi lanciando messaggi giudicanti diffondendo così quello che viene comunemente chiamato “stigma” cioè un idea negativa difficile da cambiare.
Cari lettori quello che mi sento di dirvi dal profondo del mio cuore che il paziente psichiatrico è una persona speciale, fragile, altruista con una sensibilità spiccata in grado di poter condurre una vita appagante che è fatta di cose normali e fa cose normali come tutti gli altri anzi sono creativi e artistici.
Samantha Mariella Scalora