Pericolo radiazioni: cosa rischiamo e come proteggerci

Pericolo radiazioni: cosa rischiamo e come proteggerci

Pericolo radiazioni: cosa rischiamo e come proteggerci?

Continuano gli appuntamenti della rivista Benessere Mag e degli esperti della Accademia Telematica Europea su Radio Antenna Uno all’interno del programma “Alziamo le vibrazioni“,  il contenitore del benessere condotto da Carla Canapè nel quale Radio Antenna Uno fa palestra insieme per il corpo, la mente e l’anima, con il contributo di professionisti ed operatori dello stare bene.

Giovedì 10 marzo 2022, a partire dalle ore 11, è di nuovo il turno di Claudio Pasqua, divulgatore scientifico, che attualmente ricopre la carica di direttore responsabile di BenessereMag.it, TorinoFree.it oltreché di testate come Interiorissimi.it (qui una sua breve biografia)

Durante la trasmissione sarà possibile porre domande all’esperto, che risponderà in diretta oppure nelle ore successive alla trasmissione snella sezione “Domande e risposte” in fondo a questa pagina.  Indirizzate le domande in diretta alla radio nei commenti alla pagina Facebook di Radio Antenna Uno  oppure via email a benesseremag@medicinaenutrizione.it

 

Claudio Pasqua

DOMANDE E RISPOSTE 

1. Cosa si intende per radiazioni? E per radioattività? 

Le radiazioni con lunghezza d’onda inferiore hanno energia man mano maggiore e sono in grado di spezzare i legami atomici delle sostanze. La radioattività è una di queste.

2. Quando è stata scoperta la radioattività?

La sua scoperta avviene alla fine dell’800 ad opera di Henry Bequerel e dei coniugi Pierre e Marie Curie, che ricevettero il Premio Nobel per la Fisica per le loro ricerche. Essi scoprirono che alcuni minerali, contenenti uranio e radio, avevano la proprietà di impressionare delle lastre fotografiche poste nelle loro vicinanze. Le lastre, una volta sviluppate, presentavano delle macchie scure.

marie curie

Per questa loro proprietà, elementi come l’uranio, il radio e il polonio (gli ultimi due scoperti proprio da Pierre e Marie Curie) vennero denominati “attivi” e il fenomeno di emissione di particelle venne detto radioattività. Da allora sono state identificate quasi 2500 specie di nuclei differenti e di essi solo una piccola percentuale, circa 280, è stabile.

3. Come si misura la radioattività? 

Lo strumento più popolare per la misura della radio-attività è il contatore Geiger.

L’attività della sorgente si valuta mediante il numero di disintegrazioni che avvengono in un secondo. La vecchia unità di misura era il CURIE (Ci) che rappresenta l’attività di un grammo di Radio in equilibrio radioattivo; 1 CURIE corrisponde a 37 Miliardi (37×109) di disintegrazioni al secondo. La nuova unità di misura è il BECQUEREL (Bq) che non è altro che UNA disintegrazione al secondo. 1 BECQUEREL (Bq) = 1 Dis./sec. 1 CURIE (Ci) = 37 x 109 Dis./sec. = 37 x 109 Becquerel (Bq) 1 BECQUEREL = 0,27027 x 10-7 CURIE

Per maggiori informazioni Ministero della Difesa

Il problema sui danni possibili arrecati sul corpo umano non è tanto la quantità di radioattività emessa da una sorgente ma l’assorbimento di radiazioni. E il pericolo di ammalarsi non è certo ma legato a una statistica, una probabilità di subire danni in funzione della quantità di dose media di radiazioni assorbita che vieneepressa in Sievert.

Il sievert (simbolo Sv, pronuncia svedese [ˈsiːvəʈ]), il cui nome deriva da quello dello scienziato svedese Rolf Sievert, è l’unità di misura SI della dose equivalente e dose efficace di radiazione che sono misura degli effetti e del danno provocato dalla radiazione su un organismo. La dose equivalente ha le stesse dimensioni della dose assorbita, che si misura in gray (Gy), ovvero energia per unità di massa.

In Italia la dose media assorbita in un anno per esposizione alla sola radioattività naturale viene calcolata in circa 3 millisievert

Una radiografia al torace comporta per il paziente una dose di circa 0,02 mSv, mentre una radiografia ordinaria all’addome o una mammografia comportano dosi comunque inferiori a 1 mSv (0,4-0,7 mSv). Una TAC addominale 8 mSv invece per una PET o una scintigrafia si va dai 10 ai 20 millisievert. In radioterapia si forniscono invece dosi molto più massicce di radiazioni: per trattamenti curativi sono dell’ordine delle decine di sievert, ma concentrate limitatamente ed esclusivamente sul tumore da distruggere. Ad esempio per cancro alla gola vengono somministrati 2 gray a seduta per 30 sedute. I 60 gray totali di questo trattamento equivalgono circa a 60 sievert, dato che per queste radiazioni il fattore di pericolosità è essenzialmente uno.

Per quanto riguarda gli effetti sulla salute di una radiazione assorbita in tempi brevi, una dose di 1 Sv può causare lievi alterazioni temporanee dell’emoglobina, una dose di 2 ~ 3 Sv causano nausea, perdita dei capelli, emorragie. 4 sievert possono portare alla morte nel 50% dei casi [senza fonte] se non si interviene terapeuticamente. Oltre 6 sievert, la sopravvivenza è altamente improbabile; la malattia correlata è anche detta avvelenamento da radiazione.

4. Recentemente si sta parlando molto della centrale nucleare di Chernobyl. Quando dobbiamo preoccuparci?

Facciamo rispondere i colleghi divulgatori scientifici de l’avvocato dell’atomo

1. È vero che la centrale di Chernobyl è stata scollegata dalla rete elettrica? Sì. Per la precisione, i reattori sono stati scollegati nel 1999, 22 anni fa; la connessione con la rete da allora alimenta solo i sistemi ausiliari.
2. È vero che i russi hanno scollegato completamente l’impianto dalla rete? Sì. La prima delle due linee che portano corrente alla centrale è stata staccata il 3 marzo, la seconda stanotte.
3. C’è pericolo di contaminazione radioattiva? No.
4. Nelle piscine di raffreddamento della centrale è presente combustibile esausto? Sì, quello del reattore 3, ma si trova lì da 22 anni, e pertanto non richiede un ricircolo attivo dell’acqua per essere raffreddato, tanto che le pompe sono spente dal 2013. Non comporta nessun pericolo, e lo ha confermato anche l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA).
5. Cosa succede quindi ora che la centrale non ha più energia? Che chi ci lavora è al buio; l’esercito russo ha offerto agli operatori di andarsene e lasciare il sito sguarnito, ma l’unica linea ferroviaria disponibile attualmente transita dalla Bielorussia, e gli operatori non si sentono al sicuro.
6. Nessun altro pericolo? I sistemi di monitoraggio sono offline, ma in nessun caso i materiali radioattivi presenti a Chernobyl oggi sono in grado di provocare danni su larga scala. E la zona di esclusione è già disabitata.

5. Quali sono le altre radiazioni che sono pericolose e da dove provengono? 

Qualsiasi sostanza emette radiazioni. La emette anche il nostro corpo umano e gli oggetti che ci sono attorno. Ciò avviene per un naturale decadimento radioattivo delle sostanza che. Gli elementi lentamente si trasformano spontaneamente in altri, emettendo particelle. La radioattività, quindi, non è un’invenzione dell’uomo, che al contrario la subisce fin dalla sua apparizione sulla Terra, ma un processo naturale, antico quanto l’Universo e presente ovunque: nelle Stelle, nella Terra e nei nostri stessi corpi.

6. Quanti ordigni nucleari sono stati fatti esplodere nell’ultimo secolo? 

L’era nucleare è iniziata ufficialmente il 16 luglio 1945, alle 5:29 del mattino, ora del New Mexico (Stati Uniti), quando gli scienziati del progetto Manhattan, che si occupavano di realizzare i primi esperimenti nucleari, fecero esplodere Gadget, la prima bomba atomica della storia.

Da allora 2 bombe atomiche sono state utilizzate in guerra e – fino al 2009 – sono stati fatti esplodere altri 2.418 ordigni nucleari, per test, dimostrazioni di forza, propaganda…

Business Insider ha realizzato il video che apre questa pagina e che mostra in un colpo d’occhio tutte le esplosioni atomiche note. Documentarle però non è facile, e altre fonti potrebbero fornire dati diversi (per esempio raccogliendo i test dello Stato di Israele o dei supposti test nucleari che sarebbero stati effettuati dalla Corea del Nord).

Maggiori info: https://it.wikipedia.org/wiki/Test_nucleare

 

7. È notizia di queste ore che in Belgio si corre a comprare compresse di Iodio…

La notizia è vera. Il timore di radiazioni nucleari provenienti dall’Ucraina ha spinto quasi trentamila persone in Belgio a recarsi in farmacia per comprare compresse di iodio.

In caso di disastro nucleare e di conseguente rilascio di iodio radioattivo quest’ultimo può penetrare nel corpo attraverso le vie respiratorie o l’ingerimento di cibo contaminato. Ne consegue che la ghiandola tiroidea immagazzina lo iodio fino a saturarlo evitando che le radiazioni possano creare troppi danni

L’assunzione (al momento opportuno) di pillole di iodio non radioattivo in forma di compresse, però, consente di saturare la tiroide e prevenire l’assorbimento di iodio radioattivo.

Le autorità belga hanno tuttavia ricordato che le compresse, trattandosi di medicinali, non devono “in nessuna circostanza” venire assunte in maniera precauzionale o su iniziativa personale.

L’Agenzia federale per il controllo nucleare ha detto che “l’attuale situazione in Ucraina non richiede l’uso di compresse di iodio”.

8. IL 5G è pericoloso? Risposta breve: no

Già da qualche il tempo il tema del 5G è al centro dell’attenzione, non solo fra gli esperti del settore ma anche fra la popolazione. Questo fermento ha portato ad un grande confusione sul tema, peggiorata anche con l’avvento del primo lockdown, quando addirittura si è ipotizzata una correlazione fra il 5G e il Covid-19. Per fare chiarezza fra la marea di fake news che associano il 5G a gravi problemi per la salute, bisogna quindi capire le caratteristiche di questa tecnologia e come viene utilizzata affinché sia sicura per tutti.

Il 5G coinvolge l’emissione di onde elettromagnetiche attraverso sistemi radio e, ipoteticamente, queste potrebbero interagire con il corpo umano. Tuttavia, questa relazione non dipende dalla tecnologia in sé, bensì dalla potenza e dalla frequenza utilizzate. Il livello di emissioni applicato finora non presenta danni per la salute della popolazione, dall’altro non sono stati rilevati i presunti effetti a lungo termine di cui spesso si discute in relazione a questo tema.. Inoltrementre le linee guida internazionali associate alle emissioni di onde elettromagnetiche impongono un fattore di riduzione di 50 volte rispetto alla potenza elettromagnetica che potrebbe risultare pericolosa, l’Italia applica un’ulteriore riduzione di 100 volte, portando a 5000 il fattore di riduzione effettivo nel nostro Paese.

9. Il complotto delle scie chimiche è reale? Risposta breve: no 

La notizia delle “pericolose” scie chimiche, che circola almeno dal 1990 e su Internet da alcuni anni in siti web e blog perlopiù anonimi sono una tipica teoria complottista. È una Fake New, una leggenda urbana, che parla di cieli solcati da aerei le cui scie di condensazione (vapor d’acqua essenzialmente) vengono interpretate come “scie chimiche” dai sostenitori di questa teoria del complotto. La teoria del complotto sulle scie chimiche (in inglese chemtrails conspiracy theory) sostiene che, alle scie di condensazione visibili nell’atmosfera terrestre, create dagli aerei, siano intenzionalmente aggiunti degli agenti chimici o biologici, spruzzati in volo per mezzo di ipotetiche apparecchiature montate sui velivoli, per varie finalità.

Il problema è l’uso di “chimiche” nella parola “scie chimiche” perché tutto quanto ci circonda è chimico. Ovvero che sia vapor d’acqua o carburante combusto (e dunque inquinante), tutto è chimica. La formula chimica dell’acqua è H20. Dunque chi parla erroneamente di “scie chimiche” utilizza un plenoasmo, una ridondanza nel linguaggio. Sarebbe come dire “acqua bagnata” per intenderci.

Dobbiamo preoccuparci? Si ma non della teoria del complotto. Gli aerei inquinano, è un dato di fatto. Dunque in un certo senso i complottisti hanno ragione a definire le scie degli aerei pericolose… ma non per i motivi che indicano: non esiste nessun complotto. A inquinare siamo noi che prendiamo l’aereo invece di altri mezzi più sostenibili. Basterebbe evitare di prendere l’aereo quando non necessario, come ha fatto Greta Thunberg descrivendo l’inquinamento del nostro pianeta come una delle cause più gravi all’interno del problema del cambiamento climatico. Dal 2015 Thunberg rifiuta infatti di prendere aerei, preferendo spostamenti alternativi meno dannosi per l’ambiente. Secondo una relazione riportata dall’Ansa, il 2% delle emissioni di CO2 nel mondo sono generate proprio dal settore dell’aeronautica civile e la stessa Thunberg, intervistata nella trasmissione Piazza pulita, aveva affermato: “Un volo intercontinentale può cancellare venti anni di raccolta differenziata”. Una denuncia precisa contro un settore portante dell’economia globale che nel 2017 ha registrato un fatturato complessivo di 2.700 miliardi di dollari e, considerando anche l’indotto, 63 milioni di posti di lavoro. Numeri in continua crescita, come spiega il Rapporto World Air Transport Statistics a cura dell’International Air Transport Association (Iata), dove si calcola che nel 2018 i passeggeri siano stati più di quattro miliardi, con 22mila coppie di città collegate da voli diretti, il doppio delle 10.250 del 1998.

10. E il pericoloso radon presente nelle nostre case? 

Il gas radon costituisce la seconda causa di cancro al polmone dopo il fumo di tabacco. L’esposizione a questo importante inquinante ha luogo negli ambienti confinati, principalmente nelle abitazioni, e varia in funzione di numerosi fattori quali la natura del suolo, l’area geografica, la tipologia di edificio, l’assetto impiantistico ecc. Dal radon è possibile difendersi attraverso la messa in atto di azioni di risanamento e prevenzione, a livello degli edifici, che non possono prescindere dalla mappatura del territorio, dall’esecu- zione di un adeguato monitoraggio ambientale e da una corretta informazione al cittadino sulla natura del rischio e sulle azioni di tutela.

Nonostante il varo di campagne di monitoraggio del radon negli ambienti confinati a livello nazionale e locale, l’a- dozione di iniziative da parte di singole Regioni e la predisposizione di un Piano Nazionale Radon, fino a tempi piuttosto recenti la percezione di questo importante fattore di rischio per la salute da parte del pubblico è stata ge- neralmente molto ridotta, inferiore ad esempio a quella riguardante inquinanti noti come il benzene o fattori di rischio solo ipotizzati quali i campi elettromagnetici a 50 Hz.

Il documento che potete scaricare qui di seguito dal titolo “Il radon in Italia: guida per il cittadino” rappresenta il tentativo di informare in modo semplice, completo e obiettivo il grande pubblico sul problema rappresentato dal radon nelle abitazioni, fornendo al con- tempo indicazioni di intervento e riferimenti istituzionali.

Scarica l’ebook: Il radon in Italia: guida per il cittadino  (pdf)

DOMANDE ALL’ESPERTO?

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G.B.

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