Webinar sulle malformazioni congenite da talidomide: una storia infinita

Il prossimo Martedì 2 maggio alle 21, l’Accademia di Medicina di Torino organizzerà un evento scientifico chiamato “Malformazioni congenite da talidomide: una storia infinita”. L’evento sarà sia in presenza che in modalità webinar e vedrà la partecipazione di Benedetto Terracini, Professore di Epidemiologia dei tumori umani e socio emerito dell’Accademia di Medicina, e Luisa Guerrini, Professore Associato di Biologia Molecolare presso il Dipartimento di Bioscienze, Università degli Studi di Milano.

Benedetto Terracini partirà dal fatto che intorno al 1960, in Italia, i nati vivi malformati a causa dell’assunzione materna dell’antiemetico talidomide furono circa 2000.
Per molti anni, rispetto ad altri paesi, poco interesse è stato dimostrato nei confronti delle vittime della talidomide da parte dell’ambiente accademico e delle autorità sanitarie.
Oltretutto, ben sette delle sedici industrie farmaceutiche che producevano farmaci contenenti talidomide erano di origine italiana. Ad oggi, la mancata considerazione del rapporto causa-effetto da parte delle autorità ministeriali, ha causato grande indignazione tra la comunità scientifica, e ha portato all’esclusione – e quindi alla mancata indennizzazione – di molte persone affette da danni monolaterali agli arti e nate in data considerata incompatibile con quella di registrazione del farmaco.

Luisa Guerrini da anni studia gli effetti teratogeni della talidomide ed ha contribuito a definire i meccanismi molecolari alla base della teratogenicità della talidomide dimostrando che il target delle talidomide per le malformazioni agli arti e all’orecchio è il fattore trascrizionale p63.
Utilizzando il pesce Zebra come modello animale, riconosciuto dalla comunità scientifica per la conservazione evolutiva di meccanismi molecolari che regolano lo sviluppo embrionale nei vertebrati superiori, è stato dimostrato che la talidomide provoca una degradazione della proteina p63 durante lo sviluppo embrionale, causando difetti di sviluppo alle pinne (omologhe degli arti) e alla vescicola otica (omologa dell’orecchio).
Inoltre, ha dimostrato che la talidomide influisce soltanto sulla proteina p63, non sul DNA, il che spiega perché i figli dei soggetti che hanno assunto talidomide non manifestano deformità congenite. Infine, come nel caso dell’uomo, anche i pesci zebra mostrano difetti di sviluppo causati dalla talidomide, con particolare attenzione alle malformazioni unilaterali.
Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), sia collegandosi da remoto al sito https://www.accademiadimedicina.unito.it/attivita/sedute-scientifiche/prossime-sedute.html.