Cancro alla prostata: Francesco Paolantoni invita a fare prevenzione

Tabù, reticenze, imbarazzi sono ancora oggi i maggiori ostacoli all’attenzione alla salute urogenitale maschile e alla prevenzione delle patologie prostatiche. Francesco Paolantoni sottolinea in uno spot online l’importanza dei controlli urologici per svelare la presenza di un tumore alla prostata in fase precoce. Importante rompere l’omertà tra gli uomini e promuovere la prevenzione, anche durante l’emergenza Covid-19.
Il cancro alla prostata è la neoplasia più diagnosticata tra gli uomini sopra i 50 anni, con oltre 36.000 nuovi casi nel 2020 e 473.000 in Europa. In Italia il numero di uomini che convive con una diagnosi di tumore della prostata è pari a 564.000. Fattori di rischio, oltre all’età over 50, sono la familiarità e lo stile di vita. Tuttavia solo il 25% degli uomini dopo i 40 anni si sottopone ad una visita urogenitale, passaggio fondamentale per svelare la presenza di un tumore alla prostata in fase precoce.
Gli uomini non sono poco informati
Secondo un’indagine realizzata da Elma Research, la conoscenza di questa malattia tra gli uomini è adeguata, sebbene in pochi si sottopongano con regolarità ai controlli. Infatti, anche se poco più di un terzo (38%) del campione conosce la funzione della prostata (la produzione di liquido seminale), il 60% degli intervistati cita spontaneamente il tumore della prostata tra le neoplasie maschili più diffuse.
Buona anche la conoscenza del fattore di rischio dell’età over 50, indicata dal 72% del campione, seguita dalla familiarità, indicata dal 36%; discreta la conoscenza sui sintomi o campanelli d’allarme rivelatori del tumore prostatico, patologia in realtà spesso asintomatica nelle fasi iniziali: il 41% riferisce lo stimolo frequente a urinare, il 39% la difficoltà nella minzione, il 35% la prostata ingrossata. Inoltre gli uomini si mostrano assolutamente informati sulle azioni preventive da mettere in atto, quali il dosaggio del PSA (79%) e la visita urologica (68%). Significativamente, la prevenzione della salute della prostata è più diffusa tra chi vive una relazione di coppia.
Importante sensibilizzare uomini e donne
L’indagine è realizzata da Elma Research nell’ambito della seconda edizione di “QUI PRO QUO Salute della prostata: stop agli equivoci, sì alla prevenzione” campagna promossa da Europa Uomo Italia Onlus e Fondazione ONDA – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con il patrocinio di AIOM – Associazione Italiana degli Oncologi Medici, SIU – Società Italiana di Urologia, SIUrO – Società Italiana di Urologia Oncologica, AIRO – Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica, AURO – Associazione Urologi Italiana, FIMMG – Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, Fondazione AIOM, FFO – Fondazione per la Formazione Oncologica, e con il contributo incondizionato di Astellas.
«QUI PRO QUO è una campagna innovativa sotto vari aspetti, che parla in modo nuovo di prevenzione del tumore della prostata e ha ottenuto un grande successo di pubblico – afferma Maria Laura De Cristofaro, Presidente Europa Uomo Italia Onlus – Europa Uomo ha deciso di promuoverla per sensibilizzare tutta la popolazione, uomini e donne, sull’importanza della diagnosi precoce. È importante che la campagna sia ripartita in un periodo così difficile perché anche in questa emergenza è indispensabile continuare a non ritardare i controlli».
Francesco Paolantoni sfida i tabù e rompe l’omertà tra gli uomini
Tabù, reticenze, imbarazzi sono ancora oggi i maggiori ostacoli all’attenzione alla salute urogenitale maschile e alla prevenzione delle patologie prostatiche. E per rompere l’“omertà” tra gli uomini, la campagna QUI PRO QUO ha coinvolto nuovamente l’attore Francesco Paolantoni, già protagonista renitente ai controlli nella web sitcom della prima edizione della campagna: nel nuovo webspot Paolantoni and friends, si mostra invece saggio e consapevole, al punto di coinvolgere altri tre amici in un “brindisi di compleanno online” nel quale il regalo per il festeggiato neo-cinquantenne è… un esame per il dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico).

Quali sono i sintomi?
La prevenzione è l’unico modo per diagnosticare in fase precoce un tumore alla prostata, poiché la sintomatologia è in genere assente nelle forme iniziali del tumore. Importante prestare attenzione alla salute urogenitale maschile per individuare i sintomi di un possibile tumore alla prostata.
Bernardo Maria Cesare Rocco, Professore Ordinario di Urologia Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Direttore SC di Urologia AOU di Modena, Presidente Comitato scientifico Europa Uomo Italia Onlus – sottolinea come per la salute dell’apparato genito-urinario maschile sia importante prestare attenzione alla dinamica minzionale, verificando che non ci sia sangue nelle urine o nel liquido seminale, che non ci si alzi troppo spesso di notte e che l’attività sessuale sia nella norma.
Approcci terapeutici: chirurgia, ormoni e radioterapia
Per quanto riguarda gli approcci terapeutici, la sorveglianza attiva è una strategia di trattamento differito alla quale sono candidati gli uomini con malattia a basso rischio: si basa su uno stretto monitoraggio del PSA, la ripetizione periodica di biopsie prostatiche e della visita clinica al fine di rilevare tempestivamente l’eventuale progressione della malattia e avviare poi il paziente ad eventuale trattamento locale con intento “radicale”.
Per il tumore a rischio intermedio confinato alla prostata, l’asportazione completa della ghiandola attraverso l’intervento rappresenta una soluzione: negli ultimi due decenni, l’avvento della chirurgia robotica ha consentito interventi sempre meno invasivi e rispettosi degli aspetti funzionali del paziente, quali la continenza urinaria e la potenza sessuale. La stessa chirurgia sia applica anche a tumori a rischio alto o a quei tumori localmente avanzati, nell’ottica di un successivo eventuale trattamento multidisciplinare della malattia.
In fase avanzata invece, si può ricorrere alla terapia ormono-soppressiva, associata o meno alla chemioterapia. Massimo Di Maio, Professore Associato di Oncologia Medica, Università degli Studi di Torino SCDU di Oncologia Medica, AO Ordine Mauriziano di Torino e Segretario Nazionale AIOM, spiega come i farmaci ormonali di nuova generazione riescano a controllare anche per lunghi anni la malattia in caso di precedente resistenza alla terapia ormonale di prima linea.
La radioterapia è tra le strategie terapeutiche che nell’ultimo ventennio hanno vissuto una vera e propria rivoluzione ed è uno dei pilastri nel trattamento del tumore della prostata. Infatti Barbara Alicja Jereczeck, Professore Associato di Radioterapia Università degli Studi di Milano, Direttore Divisione di Radioterapia Istituto Europeo Oncologico (IEO) di Milano, spiega come nella malattia iniziale la radioterapia costituisca una valida alternativa alla chirurgia. Inoltre quando la malattia è localmente avanzata senza metastasi, viene utilizzato un approccio combinato radioterapia e ormonoterapia oppure chirurgia seguita da radioterapia adiuvante a scopo precauzionale.
Conclusioni
Il cancro alla prostata è il tumore maschile più diffuso. Bisogna sensibilizzare uomini e donne, diffondendo la prevenzione della salute della prostata. Non ritardare visite e controlli, neanche durante l’emergenza Covid-19, è la chiave per una diagnosi precoce, un trattamento adeguato e migliori probabilità di guarigione.
Approfondimenti:
Linee Guida Associazione Urologi Italiani
In copertina foto di marijana1 da Pixabay
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