Il ruolo della nutrizione durante la sindrome Long-Covid

La nutrizione ha un ruolo fondamentale per garantire un rapido recupero da determinate malattie, compresa l’infezione da SARS-CoV-2. Ne abbiamo parlato con il Prof. Maurizio Muscaritoli, Presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC).
L’infezione da SARS-CoV-2 può lasciare nei pazienti contagiati delle conseguenze più o meno gravi, anche dopo la guarigione.
Tale condizione viene comunemente chiamata Long-Covid, i cui sintomi sono variabili e possono durare per molti mesi dopo l’infezione iniziale.
In genere si considera affetto da questa forma cronica della malattia chi continua a manifestare i sintomi anche dopo essere risultato negativo al tampone molecolare; ad accusarne i sintomi sono soprattutto i soggetti colpiti dall’infezione in forma moderata o severa, ma in realtà può presentarsi anche in chi ha sviluppato una sintomatologia lieve, paragonabile ad una comune influenza.
I sintomi più comuni sono i seguenti:
- stanchezza persistente
- mal di testa
- mancanza di respiro
- anosmia (perdita dell’olfatto)
- debolezza muscolare
- febbre, disfunzione cognitiva
- tachicardia
- disturbi intestinali
- manifestazioni cutanee
Indice dei contenuti
- La nutrizione ha un ruolo fondamentale per garantire un buono stato di salute o un rapido recupero da determinate malattie.
- Lo stato nutrizionale in che modo influenza la sintomatologia dei pazienti colpiti da Covid-19? Una condizione di obesità o malnutrizione che ruolo può avere?
- Per i pazienti intubati, colpiti da forme gravi di infezione da SARS-CoV-2, in cosa consiste la terapia nutrizionale?Come si procede poi al ritorno ad un’alimentazione normale?
- L’infezione determina sintomi che possono alterare lo stato di salute anche dopo la guarigione, come perdita di peso e di tono muscolare, stanchezza cronica, disturbi intestinali etc. Una buona alimentazione ed un protocollo nutrizionale adeguato possono aiutare nel post-Covid?
- Ci sono evidenze che mostrano i vantaggi di un’integrazione nutrizionale? Quali nutrienti specifici possono favorire il recupero di soggetti colpiti e guariti dalla malattia?
La nutrizione ha un ruolo fondamentale per garantire un buono stato di salute o un rapido recupero da determinate malattie.
Per cercare di capire se esistono attualmente protocolli nutrizionali o specifici alimenti per migliorare la completa guarigione di chi è stato colpito da SARS-CoV-2 e per chi mostra i sintomi della sindrome post-Covid, abbiamo parlato con il Prof. Maurizio Muscaritoli, Presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC) e Ordinario di Medicina Interna presso il Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione dell’Università Sapienza di Roma.

Lo stato nutrizionale in che modo influenza la sintomatologia dei pazienti colpiti da Covid-19? Una condizione di obesità o malnutrizione che ruolo può avere?
Sia l’obesità che la malnutrizione per difetto possono costituire fattori di rischio per una maggiore gravità dei sintomi di malattia. La riduzione della massa muscolare gioca un ruolo negativo anche nella sindrome Long-Covid.
Per i pazienti intubati, colpiti da forme gravi di infezione da SARS-CoV-2, in cosa consiste la terapia nutrizionale?Come si procede poi al ritorno ad un’alimentazione normale?
In genere, i pazienti degenti in terapia intensiva ricevono la terapia nutrizionale sotto forma di nutrizione enterale, mediante la quale specifiche miscele di nutrienti, complete e a preparazione industriale, sono somministrate attraverso un sondino naso-gastrico o naso-digiunale, fino al momento in cui il paziente non sarà in grado di alimentarsi sufficientemente per bocca. Dopo l’estubazione, alcuni pazienti possono manifestare difficoltà alla deglutizione, la cosiddetta disfagia post-estubazione, per cui potrebbe essere necessario somministrare, per bocca, alimenti a consistenza modificata fino alla piena rieducazione deglutitoria.
L’infezione determina sintomi che possono alterare lo stato di salute anche dopo la guarigione, come perdita di peso e di tono muscolare, stanchezza cronica, disturbi intestinali etc. Una buona alimentazione ed un protocollo nutrizionale adeguato possono aiutare nel post-Covid?
Certamente sì. L’attenzione alle problematiche nutrizionali deve proseguire durante il periodo della convalescenza, soprattutto nei soggetti anziani e con co-morbidità, nei quali la perdita di massa muscolare può essere marcata e di più difficile correzione.
Ci sono evidenze che mostrano i vantaggi di un’integrazione nutrizionale? Quali nutrienti specifici possono favorire il recupero di soggetti colpiti e guariti dalla malattia?
Durante e dopo la pandemia, si sono fatte diverse ipotesi sul ruolo specifico di diversi nutrienti, addirittura nel prevenire l’infezione e nel favorirne un decorso meno grave.
Uno studio italiano recente riporta che la somministrazione di un singolo aminaocido, l’Arginina, durante la fase acuta di malattia, sarebbe associata ad una prognosi più favorevole, forse attraverso un effetto sulla disfunzione endoteliale (1), mentre all’inizio della pandemia, la deprivazione dello stesso aminoacido era stata proposta come strategia per ridurre il rischio di infezione (2).
Nella fase di ripresa, la prescrizione di una dieta alimentare equilibrata e calibrata, contenente una adeguata quantità di proteine ad effetto anabolico, e un accurato follow-up metabolico-nutrizionale sono
indispensabili per favorire il pur lento recupero della massa e della funzione muscolare, senza produrre indesiderati aumenti della massa grassa, quando il bilancio energetico risultasse positivo a causa della ridotta attività fisica.
Tuttavia, bisogna procedere con estrema cautela, soprattutto per l’assenza di sufficienti evidenze scientifiche in merito. La sintomatologia da Long-Covid e quindi le conseguenze per i pazienti colpiti da infezioni severe sono ancora oggetto di studio. Lo sottolinea anche il Prof. Muscaritoli:
Nel complesso, quindi, ritengo che in questo ambito sia necessaria molta e rigorosa cautela e che l’evidenza disponibile non sia sufficiente per fornire delle chiare raccomandazioni sull’uso dell’uno o dell’altro nutriente, se non rischiando di fornire deboli o false aspettative. Rimane però il fatto che, soprattutto nei pazienti con malattia a decorso severo, come quelli che devono ricevere cure intensive, la terapia nutrizionale durante il ricovero deve essere praticata per, almeno, attenuare le gravi modificazioni della composizione corporea.
Bibliografia
1. Fiorentino G, Coppola A, Izzo R, Annunziata A, Bernardo M, Lombardi A, Trimarco V, Santulli G, Trimarco B.
Effects of adding L-arginine orally to standard therapy in patients with COVID-19: A randomized, double-
blind, placebo-controlled, parallel-group trial. Results of the first interim analysis. EClinicalMedicine. 2021 Sep
9:101125.
2. Grimes JM, Khan S, Badeaux M, Rao RM, Rowlinson SW, Carvajal RD. Arginine depletion as a therapeutic
approach for patients with COVID-19. Int J Infect Dis. 2021 Jan; 102:566-570.
In copertina foto di Anna Shvets da Pexels