Nuove specie nel mediterraneo, anche gli squali

Il riscaldamento globale è un fenomeno che sta interessando più o meno da vicino la nostra vita sotto vari aspetti. Un aspetto a noi vicino, non di certo il più importante ma sicuramente curioso, è che a causa del riscaldamento del mare, nell’Adriatico e in tutto il Mediterraneo stanno arrivando nuove specie di squali.
A sostenerlo un esperto dell’Università di Spalato (Croazia) e aggiunge che non possiamo fare nulla. Negli ultimi anni si sono susseguiti sempre con maggior frequenza avvistamenti nel mar Mediterraneo, l’ultimo a Maiorca, dove il più temibile degli squali, il grande squalo bianco è stato fotografato lo scorso 28 giugno vicino all’isola abitata di Cabrera, a sud di Maiorca.
Anche l’Adriatico di recente è stato meta di specie di squali che mai in precedenza o assai raramente si erano viste nuotare nelle acque del bacino ad est della Penisola Italiana. Esperti del Dipartimento di studi marini dell’Università di Spalato in Croazia, ed in particolare Alen Soldo, hanno affermato che a causa del riscaldamento del mare, nel Mar Adriatico si è registrato un crescente numero di specie invasive, altrimenti inusuale per le regioni che si affacciano sullo stesso.
Il dato più eclatante e che, in base alle statistiche disponibili, ogni settimana una nuova specie entra dal Mar Rosso nel Mediterraneo. Tra queste specie vi sono gli squali, le cui abitudini e movimenti sono influenzati anche dall’aumento della temperatura. Gli stessi, infatti, eviterebbero le zone che diventano troppo calde, ed essendo in cerca di cibo esplorerebbero nuovi areali. Presumibilmente il temibile squalo tigre, responsabile di numerosi attacchi nel Mar Rosso, è già entrato nel Mediterraneo. Tuttavia, non è ancora visibile nell’Adriatico, a differenza del grande squalo bianco, il più mastodontico di questi vertebrati si adatta infatti a diverse gamme di temperatura e nell’Adriatico è legato alle migrazioni del tonno. Così come i branchi di tonno si spostano, così è possibile che li segua lo squalo bianco – spiega Soldo – e aggiunge che è un abitante occasionale del Mare Adriatico, noi comunque non possiamo far nulla, ci sono troppe variabili che non possiamo influenzare.
Ovviamente le statistiche di attacchi di squali nei nostri mari ci dicono che è più facile essere colpiti da un fulmine che subire un’aggressione da parte di un pescecane, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che sottolinea come il fenomeno che si sta studiando del diffondersi di specie di squali non endemiche è qualcosa cui dovremo adattarci senza dover temere di fare un bagno in tutta tranquillità nei nostri luoghi tradizionali di balneazione.