La storia dell’umanità è da sempre segnata dal ruolo dei vaccini, arma fondamentale per combattere e vincere molte battaglie contro le infezioni, come il vaiolo, la poliomelite, il morbillo e l’influenza. Il V-Day segna l’inizio della lotta al COVID-19. La professoressa Maria Rosaria Capobianchi(ne avevamo parlato qui), tra i primi ad essere vaccinati in Italia, sottolinea la sua fiducia nella scienza e nella sicurezza del vaccino.
A più di 24 ore dalla somministrazione del vaccino BioNTech/Pfizer abbiamo raggiunto la professoressa Maria Rosaria Capobianchi, Direttore del Laboratorio di Virologia dell’INMI e Docente di Biologia Molecolare nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia di UniCamillus. L’abbiamo intervistata.
Somministrazione del vaccino alla Professoressa Capobianchi
Lei è stata tra i primi ad essere stata vaccinata contro l’infezione da Sars-CoV-2. Come si sente e come si comporterà fino alla somministrazione della seconda dose?
Sto benissimo e nelle prossime tre settimane, periodo che trascorrerà fino alla somministrazione della seconda dose, mi comporterò come ho fatto negli ultimi mesi indossando la mascherina, lavando le mani e nel rispetto delle norme di distanziamento e di anti-assembramento. Infatti l’immunizzazione sarà tale solo dopo la seconda dose.
È stata tra i primi ad isolare il virus e tra i primi a ricevere il vaccino. Cosa rappresenta per lei questo V-Day?
Innanzitutto credo rappresenti da parte mia un atto di coerenza quello di voler affrontare l’infezione con l’arma più potente a disposizione. Sono molto contenta del fatto che il vaccino sia arrivato prima del previsto; ha un’efficacia superiore a quella che si poteva desiderare ed un profilo di sicurezza molto alto, dimostrato dall’approvazione delle agenzie regolatorie. Quindi ritengo estremamente incoerente non desiderare di essere tra i primi a vaccinarmi, dopo ever invocato sin dall’inizio della pandemia l’arrivo del vaccino.
Questa prima fase della campagna vaccinale interesserà il personale medico-sanitario, da sempre in prima linea alla lotta al virus. Una categoria privilegiata o uno strumento per dare l’esempio?
È grazie a medici, infermieri e personale sanitario se il bilancio della pandemia non è stato peggiore. Il loro deve essere un messaggio di fiducia alla popolazione; se il personale medico-sanitario si sottopone al vaccino, lo fa perché crede in questa strategia e ha fiducia nella scienza.
Ricordiamo, però, che il personale sanitario tutto va protetto per due motivi:
se si infetta, rischia di infettare i pazienti sani;
se si ammala, viene allontanato dal lavoro e si crea un buco nelle maglie dell’assistenza
L’obiettivo è vaccinare il 60-70% della popolazione; c’è chi teme gli effetti collaterali di un vaccino non sicuro e chi lo vede come la salvezza immediata da ogni restrizione. Come si può sensibilizzare correttamente questi cittadini?
Il vaccino anti-Covid è un prodotto approvato e quindi sicuro, come lo sono altri vaccini che conosciamo da tempo. La sperimentazione è stata severissima e le agenzie regolatorie lo hanno approvato, perché rientrava negli standard stabiliti, che non sono esclusivi di questo particolare vaccino, ma che sono universalmente validi. È inutile fare dietrologie e ricercare effetti collaterali che non ci sono. D’altro canto gli stessi effetti positivi del vaccino non saranno immediati, perché qualsiasi misura ha i suoi tempi e questa in particolare mostrerà la sua efficacia dopo la seconda immunizzazione. Il programma vaccinale è molto articolato. Le dosi non possono essere tutte disponibili e un’organizzazione logistica così poderosa impone dei tempi, tali da poter vaccinare la popolazione solo a scaglioni. L’immunizzazione di popolazione richiede personale, locali e una programmazione che non si può realizzare in un singolo giorno. Il V-Day è una data simbolica, ma è già iniziato il reclutamento del personale che poi metterà in atto questa grande operazione: la vaccinazione di massa. Attualmente abbiamo un vaccino, ne avremo presto altri che saranno somministrati e che dovranno fare effetto, ma nel frattempo non possiamo allentare ogni restrizione.
“Purtroppo ultimamente si è diffuso un atteggiamento di diffidenza e di rifiuto nei confronti dei vaccini, grazie ai quali è stato possibile debellare moltissime malattie. I vaccini sono un’arma fondamentale, basta guardare alla storia dell’umanità.”