Night Eating Syndrome: quando la fame notturna diventa ingestibile

Si sente frequentemente parlare di disturbi alimentari, ed i primi che balzano in mente sono l’anoressia e la bulimia. Non sono gli unici disturbi riconosciuti però. Ce n’è uno che si chiama Night Eating Disorder/Syndrome-NES (in italiano sindrome da alimentazione notturna) al quale si presta poca attenzione. Dal nome si può comprendere di cosa si tratti, ma per conoscerlo più nel dettaglio bisogna addentrarsi un pochino in profondità.
Iniziamo col dire che è stato individuato per la prima volta nel 1955 in un gruppo di soggetti obesi alla ricerca di un trattamento per perdere peso. Passarono gli anni, ma la NES non godè mai della giusta attenzione. Fino agli anni ’90, quando negli Stati Uniti la crescita della popolazione obesa iniziò a raggiungere proporzioni preoccupanti. Ci si concentrò sempre più sul disordine notturno, ma è solo con l’ultima versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V) che se ne ufficializzò il riconoscimento. Correva l’anno 2013.
Indice dei contenuti
Cosa è la NES, la Night Eating Syndrome?
La NES è un disturbo che coinvolge principalmente persone obese o in sovrappeso adulte, ma non è la regola. Esistono casi di individui senza eccesso ponderale, o di giovane età, ma soggette a NES.
Di solito, quando la cena è poco soddisfacente, succede di avere un languorino di notte e mangiare una fetta di formaggio tirata fuori dal frigorifero. Capita a chiunque ogni tanto e in questo caso la causa è la fame.
Ma quando, invece, si può parlare di NES? La NES è mangiare frequentemente il 25% del proprio fabbisogno energetico, o anche di più, in una volta sola nel dopo cena oppure la notte, tra un risveglio e l’altro. La quantità di cibo è elevata per poter essere definito uno spuntino notturno, tant’è che le persone non soggette al disturbo non sono in grado di mangiare così abbondantemente dopo il pasto serale ed in un lasso di tempo contenuto. Cibarsi nel favore delle tenebre è estremamente frequente in momenti di stress e causa incrementi di peso corporeo. È stato rilevato come la fame sia quasi sempre di origine emotiva, necessaria a saziare dei bisogni lasciati insoddisfatti durante la giornata. La notte è il momento in cui queste persone cominciano a sentire il disturbo delle emozioni. Ed il cibo viene usato per calmare, addirittura sedare le emozioni, oppure per distrarsi da esse. Affidandosi al cibo le emozioni possono essere più facilmente controllate. Di grande importanza è la consapevolezza delle azioni compiute: le persone con NES riconoscono le possibili conseguenze delle mangiate in notturna e che il momento non è quello ideale per alimentarsi [1].

Chi è affetto da Night Eating Disorder presenta sintomi ulteriori come l’anoressia diurna, il che significa scarso appetito la mattina fino al tardo pomeriggio, ed un incontenibile bisogno di mangiare prima di coricarsi o durante la notte. Depressione e preoccupazione ne sono distintivi. Una peculiarità è la forte sensazione di non poter tornare a letto senza aver messo le mani nella dispensa, in quanto il vuoto non colmato dal cibo non consentirebbe di dormire serenamente. Ovviamente l’insonnia od il sonno disturbato sono ulteriori prove del NES. Il disagio e l’umiliazione per le azioni compiute sono palpabili in tali pazienti [2].
Similitudini e differenze con altri disturbi alimentari
La NES potrebbe presentarsi in altri disturbi alimentari, ma sicuramente le maggiori affinità le ha con la bulimia, il quale sintomo distintivo risulta essere il costante interesse per il proprio peso e le relative attività compensatorie (dall’induzione del vomito all’assunzione di lassativi) [3].
Potrebbe essere facilmente confusa anche con il Binge Eating Disorder. Anch’esso è caratterizzato da abbuffate, incontrollate però, di un’enorme quantità di cibo, in un arco di tempo ristretto. Tutto ciò persiste fino a quando non si presentano nausea e dolori addominali. Anche la vergogna per questo genere di comportamento è tipica del Binge Eating, così come l’assunzione di alimenti quando non si è realmente affamati. Non si manifestano però l’anoressia diurna e la fame alle ore notturne, i quali restano tratti specifici della Night Eating Syndrome.
Possibili implicazioni
Come abbiamo accennato in precedenza, la sindrome da alimentazione notturna è prevalente nei soggetti con peso corporeo in eccesso. Bisogna considerare che i soggetti in sovrappeso od obesi spesso hanno diagnosi di diabete mellito di tipo 2. Questo significa che ad una considerevole porzione di diabetici di tipo 2 potrebbe essere diagnosticata una NES. O viceversa: un paziente con il disturbo notturno potrebbe sviluppare diabete. In ogni caso la sindrome sarebbe maggiormente controllabile grazie alle nuove terapie in grado di ridurre l’appetito, alle diete ipocaloriche ed alla chirurgia bariatrica, cure sempre più comuni per la gestione del diabete di tipo 2 [4].
Concludendo
Possiamo concludere dicendo che tutti noi possiamo cedere alle tentazioni. Quel gelato sullo stecco che fa gola, il cioccolato dell’uovo di Pasqua…d’altro canto lo si mangia solo una volta all’anno…, le patatine rustiche “artigianali” che sembrano quasi preparate a mano dalla nonna da quanto sono buone… è tutto concesso. Ed è tutto normale. Non deve trasformarsi in abitudine, logicamente. Trenta grammi di noccioline alle quattro del mattino non sono certo sintomo di NES, ma se diventassero un atto quotidiano, la salute inizierebbe comunque a risentirne. Se il poco cresce, se si mangia più volte per notte, se la voglia di cibo non si placa cena dopo cena, se la sensazione che solo mangiando si possa alleviare il peso al petto, allora sarebbe utile approfondire. Bisogna ricordarsi che chiedere aiuto non è segno di debolezza, ma di intelligenza e rispetto verso se stessi. Non bisognerebbe avere timore del giudizio di nessuna persona che valga veramente la pena tenersi vicino. In caso di necessità, non c’è spazio per la vergogna.
FONTI
In copertina foto di (Joenomias) Menno de Jong da Pixabay